La trasformazione digitale a portata di umano
Nel tuo immaginario, quale è l’archetipo del robot? È un cyborg sterminatore e aggressivo simile al T800 di Terminator (Hasta la vista, baby)? O più simile al pacifico C-3PO di Star Wars? Nella visione comune, pare che la prima ipotesi sia quella più gettonata, ovvero quella che vede nei robot una tangibile minaccia per la razza umana.
Senza divagare eccessivamente in scenari distopici, tirando in ballo Skynet e via dicendo, questo modo di pensare resta comunque sintomatico di un atteggiamento conservativo, difensivo, ostativo: diffidenza verso le macchine e i loro creatori. Siamo riluttanti ad abbracciare l’ingresso dell’automazione e della robotica nelle nostre vite. Non ci fidiamo ancora delle auto a guida autonoma, non vogliamo che sia un algoritmo a decidere cosa mangeremo per cena, temiamo di affidare totalmente i nostri task ad un processo automatico.
Ma d’altra parte questo hyper-scenario, dove tutto è elevato all’ennesima potenza, dove le unità di misura parlano di tera e peta, che ruolo può avere un piccolo, insignificante ed imperfetto essere umano? Avendo a disposizione rapidità di analisi, capacità di calcolo e velocità di trasmissione dei dati offerte dalle nuove tecnologie, sta a noi scegliere. Abbracciare questa rivoluzione e diventarne la guida, oppure opporsi e venirne travolti? Competere contro le macchine, o allearci ad esse? Non solo credo che questa convivenza sia possibile, ma ritengo sia anche vantaggiosa. In quest’articolo ti vorrei spiegare quali secondo me ne sono i pilastri portanti.
La tecnologia permette agli umani di creare cambiamenti radicali
Non si tratta più di Kodak Moment ma di Airbnb Moment, ovvero, non parliamo più solamente di prodotti rivoluzionari, ma di rivoluzionare il modo di vivere delle persone e cambiare le loro abitudini, come ha fatto Airbnb, Uber, Tinder, Facebook, Whatsapp, Skype, etc.
“Start small, start now”
La tecnologia consente agli umani un apprendimento continuo
Imparare cose nuove e acquisire nuove competenze non è mai stato più facile di così. Tutto è a portata di pochi click (o meglio, di un comando vocale impartito a Siri, Cortana, Google Home o Alexa). Tramite tutorial e corsi è possibile imparare sostanzialmente qualsiasi cosa (anche a fare un’operazione chirurgica!), in qualsiasi momento e con un investimento spesso moderato. E non solo ne beneficia chi vuole imparare, ma anche chi ha le competenze per insegnare e vuole metterle a disposizione. I ruoli si fanno dinamici e possiamo essere alunni in un campo e maestri in un’altro. Il tutto poi è un circolo virtuoso: più impariamo, più siamo in grado di apprendere e sfruttare le soluzioni messe a disposizione dalle nuove tecnologie.
“Work smarter, not harder”
La tecnologia consente di salvare e condividere informazioni con un minimo effort
Potrei digitalizzare la mia intera libreria (che attualmente occupa due pareti di casa) e racchiuderla in una penna usb di pochi centimetri. Salvare informazioni cessa di essere un processo oneroso e diventa un task triviale, che può essere facilmente automatizzato. Condividere informazioni altrettanto immediato, molteplici utenti possono lavorare allo stesso documento online senza possedere nulla di più che un cellulare con accesso ad internet.
“Happiness only real when shared”
La tecnologia consente di mettere al centro le esperienze dei nostri clienti
Gli algoritmi di profilazione consentono di tenere traccia delle abitudini, gusti e preferenze dei nostri clienti, per offrire loro, in modo non invasivo, esperienze di acquisto uniche, personalizzate, rilevanti. E magari evitare di promuovere il nostro prodotto a base di carne ad un vegetariano o il nostro ultimo paio di scarpe da corsa ad un novantenne (con le dovute eccezioni).
“Angry customers are your friends, happy customers are your partners”
Ma nonostante tutto questo…
I computer non hanno sentimenti
Almeno per ora, lo scenario offerto da Her, il film di Spike Jonze dove il protagonista si innamora del suo assistente virtuale – di cui consiglio assolutamente la visione – pare ancora lontano (anche se rappare con Siri è bellissimo, provate a chiedere “Siri, fai un beatbox”). E quindi il terreno dell’empatia, della creatività, della logica resta ancora in mano nostra. Possiamo sfruttare questo a nostro vantaggio: mai come ora è facile creare nuovi prodotti e testarli su un’audience rilevante, recepire un feedback e procedere in modo agile alle implementazioni e rilasci successivi. Comunicare e comprendere sentimenti resterà una nostra prerogativa, nel futuro prossimo sarà più importante trovare manager dotati di empatia piuttosto che di grandi skill tecniche.
“A computer once beat me at chess, but it has no match at kickboxing”
E tu che rapporto hai con la tecnologia? Ne sei affascinato? O impaurito? Scopri tutto quello che c’è da sapere scaricando il nostro ebook La trasformazione digitale a portata di umano!