Palo Alto racconta il sogno californiano come nessuno ha mai fatto

La storia del mito americano visto con gli occhi degli sconfitti

“Palo Alto” è, prima di ogni altra cosa, un libro di storia.

In quasi 800 pagine si ripercorre la storia di una apparentemente modesta regione della California del Nord dai primi coloni ai tempi moderni.

Con lo stile proprio e inimitabile dei saggi americani, l’autore, Malcom Harris, tesse una prodigiosa ragnatela di citazioni, testi, testimonianze, di una densità e vastità che lascia allibiti.

I fatti storici quindi fanno da sfondo a vicende nevralgiche per la storia della regione, dello Stato, del paese e infine, come mostra bene l’epilogo, del mondo.

Palo Alto: dal presente al remoto passato

Palo Alto parte dal tempo presente. Come mai una delle zone suburbane più ricche e colte del mondo ha anche il più alto tasso di suicidi giovanili?

La narrazione poi scivola velocemente nel remoto passato. I pionieri, i lunghissimi capitoli sull’epopea del Far West, l’avvento della ferrovia e del treno a vapore e quindi gli Stanford.

In questa sezione scopriamo anche la assai poco originale origine del curioso nome “Palo Alto” (lasciamo ai lettori scoprirlo).

Fatti storici davvero inusuali, e anche diciamolo, estremamente intricati e prolissi, ci portano alla nascita della Stanford University. Il prestigioso istituto però ha un passato oscuro, fatto di razzismo, test genetici, e anche un bieco omicidio.

L’epopea bellica

L’autore si addentra poi una lunga sezione che porta fino ai principali conflitti mondiali. Una tragedia immane che però porta alla regione e in particolare all’area suburbana di Palo Alto una grande ricchezza, data dall’esplosione della ricerca per scopi bellici.

Palo Alto passa da essere un sobborgo universitario a divenire un avamposto di ricerca, con lavoratori, studenti, professori e, soprattutto, capitali, che confluiscono da ogni parte del mondo per contribuire al successo degli Stati Uniti d’America, e, conseguentemente, e naturalmente, al proprio.

Palo Alto tech bros

Diversi centinaia di pagine dopo Malcom Harris ci presenta i personaggi e le vicende a noi più note: Steve Jobs, la Atari, Bill “Trey” Gates, Oracle, la Silicon Valley, Google, Microsoft.

I fatti sono quelli noti e ripercorsi per sommi capi. Quel che rimane come valore aggiunto è un punto di vista disilluso che ricerca e illumina le zone d’ombra, spesso trattate in modo frammentario (o volutamente omesse) nelle narrazioni ufficiali.

“Competition, domination, exploitation and exclusion, minority rule and class hate: these aren’t problems capitalist technology will solve. That’s what it’s for.”

L’epilogo

Nel finale, che non possiamo svelare in quanto Malcom Harris si lascia andare a una vera e propria proposta risolutiva per la regione, l’autore prende maggiormente posizione e qui lascia trasparire il suo credo socialista.

Tuttavia possiamo dire sia qui il vero succo del libro, in un finale che matura e lievita per 700 pagine.

L’autore

Malcolm Harris (1988) è autore di Kids These Days: The Making of Millenials (2017), Shit Is Fucked Up and Bullshit: History Since the End of History (2020) e, più recentemente, Palo Alto: A History of California, Capitalism, and the World (2023).

È giornalista, critico e redattore di The New Inquiry.

L’analisi materialista di Harris inquadra e riformula le narrazioni dominanti sullo sviluppo degli Stati Uniti all’interno di un contesto economico globale, offrendo un’incisiva lettura marxista della storia contemporanea della California.

Numerose le interviste che l’autore ha rilasciato a corollario della sua immane opera; tra le tante segnaliamo The Guardian.

Palo Alto: un anno dopo

Ho comprato questo libro proprio a Palo Alto e ho impiegato oltre un anno per terminarlo. Sinceramente l’ho trovato davvero lungo e complesso, forse uno dei libri più lunghi che ricordi tra quelli non tecnici. Il terreno che copre Malcom Harris è sterminato e non sempre è agevole seguirlo nelle sue scorribande. Il fatto che tratti temi politici e sociali verticali sulla sola realtà degli Stati Uniti d’America non rende sempre comprensibile comprendere i dettagli.

Tuttavia penso sia un libro unico nell’offrire un quadro tanto preciso storicamente sulle vicende di una zona geografica che non ha equali per dimensione in rapporto all’impatto globale (forse potrebbe giocarsela con Chernobyl). É una lettura arricchente e colta ma anche difficile, per la quale bisogna lottare talvolta capitolo dopo capitolo.

Se lo proverete o se l’avete già letto, fateci sapere le vostre opinioni!

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