That Will Never Work: la storia di Netflix come non la conosce (quasi) nessuno
Una bella divagazione sulla genesi di un’idea diventata una società quotata
“That Will Never Work” racconta la storia di Netflix partendo dal prequel, ossia da prima che la società venisse addirittura costituita.
La peculiarità che rende questa storia unica è che, volontariamente o meno, finisce per raccontare una sorta di dietro le quinte non del tutto ufficiale.
Per il grande pubblico infatti il fondatore e mente dietro Netflix è Reed Hastings principalmente. Hastings è quello intervistato dai media, quello citato per primo, quello che “ci mette la faccia”.
Ma questo libro racconta una storia leggermente diversa, sebbene possiamo immaginare non del tutto imparziale.
Marc Randolph infatti è stata la mente dietro l’idea originale di Netflix e ne è stato per lunghi anni il primo – talvolta unico – apportatore in termini di lavoro e ore uomo. Hastings infatti aveva un ruolo di supervisione, oltre che esserne il primo finanziatore e apportatore di liquidità.
That Will Never Work. O forse sì?
Il racconto offre diversi spaccati degni di nota, che creano una sorta di meta racconto:
- La geografia della Silicon Valley, dove alle aziende big tech si alterna una natura pionieristica con tacchini e leoni di montagna.
- L’evoluzione dei supporti digitali e dei media. Letteralmente dalla videocassetta ai cd ai formati digital native.
- L’hype dei VC attorno a “the next big thing”, che personalmente mi hanno fatto pensare che la storia delle aziende che hanno cambiato e stanno cambiando il mondo sia un tema di distanza tra i nodi di un network prima ancora che di business model.
- Il mood delle startup sulla costa ovest. In modo peculiare Randolph più volte sottolinea con orgoglio i suoi jeans sdruciti, le riunioni in infradito, le uscite per fare surf. E lo fa con orgoglio. Un parallelo con una certa imprenditoria nostrana sorge spontaneo.
Marc Randolph in “That Will Never Work”, ossia “non funzionerà mai”, la frase che tutti gli rispondevano quando raccontava dell’idea di Netflix, è bravo e onesto nel raccontare anche i diversi “Sh*t Sandwich” (citando dal libro, ovviamente) che ha dovuto ingoiare. L’autore infatti lascia trasparire la durezza del carattere di Reed Hastings che senza mezze misure prima lo caccia dal ruolo di CEO con una presentazione Power Point e poi lo obbliga a vedere le sue quote sociali dimezzate.
“That Will Never Work” tratta anche temi legati allo stress del costruire un’azienda da zero in un contesto tanto competitivo.
Randolph non esita a raccontare di come avesse momenti di ritiro e fuga, talvolta uscendo dall’ufficio per ritagliarsi dei momenti da trascorrere con la famiglia. Una scelta che ho trovato coraggiosa, a prescindere dal conviderla o meno.
Personalmente non sono un grande fan di Netflix e di conseguenza della sua storia, eppure il racconto ha elementi di unicità che lo rendono meritevole. In particolare per scoprire aspetti umani, debolezze e anche forse qualche rimpianto dietro la storia di una startup che ha fatto la storia.
L’autore
Marc Randolph è nato negli Stati Uniti nel 1958, figlio di un ingegnere nucleare avido costruttore di trenini elettrici.
Oggi consulente e public speaker, vanta un patrimonio di circa $ 100 milioni.
Randolph è stato co-fondatore e CEO di Netflix. Come racconta anche in “That Will Never Work”, è un amante dell’avventura, del surf, della vita all’area aperta, attività che non ha mai trascurato neanche nei momenti di massimo lavoro.